Assistenza domiciliare integrata a Teramo: “Raggiunti e superati gli obiettivi di Regione e Pnrr”
Un risultato eccezionale quello ottenuto dalla Asl di Teramo, che si posiziona ai vertici degli standard di assistenza in Abruzzo, riconoscendo il lavoro svolto dalla Uosd “Assistenza domiciliare integrata”, guidata da Eleonora Sparvieri. Secondo la riforma dell’assistenza sanitaria territoriale prevista dal Dm 77, la casa è considerata il “primo luogo di cura”, e la Missione 6 del Pnrr fissa l’obiettivo di coprire entro la metà del 2026 almeno il 10% della popolazione over 65. Maurizio Di Giosia, direttore generale della Asl, conferma che la Asl di Teramo ha superato questa soglia, assistendo 7.480 pazienti oltre i 65 anni, pari a oltre il 10% di una popolazione di riferimento di 73.131 unità. In base alle più recenti linee guida regionali, le cure domiciliari si attivano per pazienti in situazione di fragilità o con patologie gestibili a casa, focalizzandosi su malattie croniche come quelle neurologiche, cardiovascolari, metaboliche, oncologiche e respiratorie. Le prestazioni fornite includono assistenza infermieristica, riabilitativa, supporto socioassistenziale, logopedia e neuro-psicomotoria, con la possibilità di effettuare visite specialistiche a domicilio per i casi più complessi.
I quattro livelli delle cure domiciliari
Le cure domiciliari, adattate alle esigenze degli assistiti, si suddividono in quattro livelli stabiliti in base alla durata e alla complessità dell’intervento assistenziale: cure di base e cure integrate di primo, secondo e terzo livello. Nel 2024, abbiamo assistito 16.781 pazienti, corrispondenti a circa il 6% della popolazione della provincia di Teramo, con un’età media di circa 81 anni. La maggioranza dei pazienti è rappresentata da donne, che sono 9.909, ovvero il 59%, con un’età media superiore di circa quattro anni rispetto agli uomini, che risultano avere 79 anni contro gli 83 delle donne. Analizzando il grado di complessità assistenziale, 2.979 pazienti, pari al 17,8%, hanno ricevuto prestazioni di livello base, mentre i pazienti in cure domiciliari integrate si suddividono in 4.402 (26,2%) per il primo livello, 5.189 (30,9%) per il secondo e 4.211 (25,1%) per il terzo. Distretto per distretto, emergono differenze attribuibili a una densità abitativa variabile, media di 153/km2, con picchi come i 1.330/km2 di Martinsicuro e i 7/km2 di Valle Castellana. In particolare, i vari distretti hanno visto il reclutamento di: 4.556 pazienti a Nereto (27,1%), 4.042 a Teramo (24,1%), 3.563 a Roseto (21,2%), 3.376 ad Atri (20,1%) e 1.244 a Montorio (7,4%). In linea con le disposizioni del Pnrr e della Regione Abruzzo, abbiamo preso in carico oltre il 10% degli ultra65enni. Dei 7.493 pazienti totali, il 31% proviene dal distretto di Teramo, il 21% da Nereto, il 20% da Roseto, il 18% da Atri e il 10% da Montorio, con una predominanza femminile del 61%.
Le dichiarazioni dei dirigenti responsabili
“Il servizio Adi è stato supportato nello svolgimento delle sue attività assistenziali e organizzative dalle Unità di Continuità Assistenziale (Uca) che sono équipe mobili distrettuali per la gestione di pazienti in condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e di comprovata difficoltà operativa di presa in carico. Il modello organizzativo delle Uca prevede la presa in carico di assistiti affetti da gravi patologie o pazienti fragili con particolare riferimento alla risposta domiciliare o persone con problemi di salute non urgenti ma non differibili, avendo l’obiettivo di prevenire l’ospedalizzazione o l’accesso improprio al Pronto Soccorso. Le Uca hanno eseguito a domicilio 462 emogasanalisi, 307 trasfusioni, 397 vaccinazioni e 573 visite”, spiega Eleonora Sparvieri.
“La Asl di Teramo, in linea con le normative ministeriali e regionali, è costantemente protesa a rafforzare tutta l’assistenza territoriale e in particolare la presa in carico a domicilio dei propri assistiti, sempre nell’ottica della “vicinanza” al malato”, conclude Di Giosia, “di certo non ci fermiamo: a breve potenzieremo all’interno dell’Adi l’utilizzo della telemedicina e adotteremo la cartella clinica informatizzata, in modo da aumentare la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti”.