L’abuso su persone “deboli”: tema fortemente sentito dall’opinione pubblica
L’abuso sulle persone con disabilità è un tema fortemente sentito dall’opinione pubblica e merita una riflessione profonda e consapevole. Le cooperative sociali e le imprese sociali hanno un ruolo cruciale nella tutela e nella promozione dei diritti delle persone più vulnerabili, in particolare negli ambiti che riguardano gli anziani e le strutture residenziali, come le RSA. Tuttavia, la crescente privatizzazione dei servizi sociali ha portato a effetti nefasti che non possono essere trascurati.
In un contesto in cui il lavoro di cura della persona viene trasformato sempre più in mercato del privato-sociale, è fondamentale mettere in discussione la qualità dell’assistenza e la dignità delle persone con disabilità. Le cooperative sociali si sono distinte per la loro missione di inclusione e supporto, ma spesso si trovano a fronteggiare la sfida di operare in un sistema che tende a privilegiare il profitto rispetto al bene comune. Questo approccio può tradursi in un abbassamento degli standard di cura e nella mancanza di risorse adeguate per garantire un supporto effettivo.
La questione della privatizzazione dei servizi sociali non riguarda solo le disabilità, ma anche la condizione degli anziani, i quali possono essere gravemente influenzati da un ridotto accesso a servizi di qualità. Le RSA, spesso gestite da aziende private, possono trovarsi a dover fare i conti con il taglio dei costi, compromettendo la qualità dell’assistenza e generando situazioni di abuso e neglect. È fondamentale che i governi intervengano, mettendo in atto politiche che favoriscano un sistema inclusivo e rispettoso, e ponendo un freno al dilagante “pensiero unico” che imporrebbe come obiettivo esclusivo la ricerca del profitto economico.
La sensibilizzazione del pubblico su questi temi e l’educazione su come riconoscere e denunciare abusi sono passi cruciali per garantire che persone con disabilità ed anziani non siano più vittime di un sistema che li considera marginali. Dovrebbe essere priorità della comunità globale promuovere modelli di assistenza che siano sostenibili e attenti alle esigenze di queste fasce vulnerabili della società. In un mondo sempre più dominato dall’economicismo e dall’individualismo, dove il concetto di welfare pubblico viene “attaccato” da tutti per far passare l’idea che sia meno efficace ed efficiente, favorendo così la privatizzazione, le persone dovrebbero correre ai ripari. L’esperienza stessa del mondo anglosassone, da dove nasce la spinta più forte verso la privatizzazione ed il capitalismo, offre modelli operativi molto interessanti. Le welfare community, che, organizzandosi in comunità di persone solidali, utilizzano gli strumenti che la legislazione capitalista lascia al privato, per mitigare gli effetti nefasti di tale sistema produce.
In conclusione, l’impegno delle cooperative sociali e delle imprese sociali deve essere supportato da una forte volontà politica e sociale (delle persone che ci lavorano) che riconosca il valore della dignità umana. È tempo di agire insieme per garantire che nessuno sia lasciato indietro, affinché ogni persona, indipendentemente dalla propria condizione, possa vivere una vita piena e significativa.