Nasce l’impresa sociale Oltresenso: il suo obiettivo è gestire uno spazio dedicato a ipovedenti e non vedenti, capace di trasformare la disabilità in valore condiviso.
Oltresenso è il vincitore della terza edizione del concorso “New Technology for Welfare Lab” organizzato dalla Caritas Diocesana di Palermo, dall’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro e dal Servizio di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi in collaborazione con il Progetto Policoro. I tre uffici hanno deciso di investire sulle energie dei giovani scegliendo e supportando idee imprenditoriali che combinano innovazione, sostenibilità e impatto sociale per creare imprese sociali ETS autentiche.
L’idea è stata presentata lo scorso 13 dicembre durante la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice nella Cappella dell’Istituto “Florio e Salamone” in memoria di Santa Lucia, patrona della vista.
L’esperienza e il desiderio di un gruppo di giovani volontari dell’Istituto dei Ciechi di Palermo “Florio e Salamone” hanno portato alla creazione di uno spazio in grado di trasformare la disabilità in valore condiviso. La proposta principale è la costruzione di un Caffè Letterario – Bar al buio all’interno dell’Istituto in via Angiò 27, che sarà un luogo aperto alla città progettato per collegare persone vedenti e non vedenti attraverso attività culturali, esperienze sensoriali, letture, visite guidate e momenti di formazione.
La proposta è stata accolta favorevolmente per la sua qualità, la sua capacità di innovazione e la sua sostenibilità economica. È stata anche apprezzata per la forza delle reti territoriali attivate, le competenze del team e i possibili effetti sociali, in particolare per la creazione di nuove opportunità di lavoro per giovani in condizioni di svantaggio. Il percorso di accompagnamento prevedeva una formazione intensiva di cento ore gestita dalla cooperativa Kòrai – Territorio, Sviluppo e Cultura; un premio economico di settemila euro per le spese iniziali finanziate dai fondi dell’8xMille; e un supporto costante legale, amministrativo e di tutoring durante il primo anno di attività.
“Quello che è pronto a partire è un progetto di cura e di attenzione verso le persone – ha sottolineato l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice” – è un progetto-segno e noi abbiamo bisogno di segni perché ci aiutano a fornire gambe alle parole e alle idee, come quelle che stanno alla base della realtà che viene oggi presentata, una realtà di inclusività per costruire sempre più una città intesa come una famiglia”.
Il progetto è stato concretizzato da Lorenzo Bassano, Viviana Bonanno, Chiara Sanfilippo, Yong Di Wang, Marta Giuditta Lo Nigro e Giuseppe Rubino. Dopo aver seguito un percorso di formazione con la cooperativa Kòrai, che è stato un passo concreto verso il Progetto Policoro, hanno fondato ufficialmente Oltresenso, che ora è riconosciuta come società cooperativa sociale e impresa sociale ETS. L’Istituto dei Ciechi Florio – Salamone, in particolare il suo presidente Tommaso Di Gesaro, che ha fornito spazi, risorse e competenze al proprio personale, ha sostenuto con entusiasmo l’iniziativa.
In un’esperienza che coinvolge i sensi e invita a guardare oltre l’apparenza, al Caffè Letterario – Bar al buio sarà possibile condividere degustazioni, incontri culturali, presentazioni di libri e audiolibri, eventi musicali, percorsi dedicati alla storia dell’Istituto.
La dichiarazione del Direttore della Caritas Diocesana di Palermo
Per don Sergio Ciresi, Direttore della Caritas Diocesana, “Oltresenso non è solo un nome: è una promessa. È la promessa che la disabilità può trasformarsi in competenza, che la diversità può diventare valore per tutti, che Palermo può continuare a generare luoghi dove nessuno resta indietro. Questo progetto è il frutto del coraggio e della creatività di sei giovani straordinari, partiti da un sogno semplice ma potente: creare uno spazio dove vedenti e non vedenti possano incontrarsi davvero, senza barriere. Il primo Caffè Letterario – Bar al buio di Palermo sarà un luogo dove la luce non si misura in lumen, ma in relazioni, in autonomia, in creatività condivisa. Oltresenso crea anche lavoro dignitoso per giovani che spesso ne vengono esclusi, abbatte stereotipi, restituisce alla città uno dei suoi luoghi storici in una veste completamente nuova e genera inclusione vera, quella che si tocca con mano (e con tutti gli altri sensi)”