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Povertà a Milano

10 Set 2024 | News | 0 commenti

Povertà a Milano: progetto del 2023 di Emergency

Con un reddito familiare mensile medio che si attesta a 766 euro, la povertà a Milano continua a colpire una vasta gamma di persone, tra cui molti italiani. La difficoltà nel ottenere il certificato di residenza, il permesso di soggiorno e il miglioramento delle condizioni abitative rappresentano le principali sfide per coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità. È un’istantanea della marginalità vissuta a Milano, realizzata attraverso il progetto Nessuno Escluso di Emergency, che si dedica a fornire supporto a persone in situazioni di difficoltà economica e sociale.

Nel 2023 il progetto Emergency ha assistito a Milano circa 4.000 nuovi utenti, provenienti da 1.000 famiglie, portando il totale a 2.050 nuclei dall’inizio dell’iniziativa nel 2022. Tra coloro che si sono avvicinati al progetto, il 25% sono italiani, un dato in calo del 2% rispetto all’anno precedente, ma che rimane la maggioranza, seguiti dai marocchini (15%), egiziani (13%), peruviani (12%, con un incremento del 4% rispetto al 2022), romeni (oltre 5%), ucraini (5%, con una diminuzione del 2% rispetto al 2022), e cittadini di Sri Lanka, Filippine, Ecuador e Bangladesh, ciascuno intorno al 2%. Il 43% delle persone che accedono a Nessuno Escluso, pur risiedendo a Milano, non ha la residenza in città; di questi, più della metà non possiede certificati di residenza in alcuna città italiana, il che limita l’accesso ai servizi welfare e amplifica le disuguaglianze presenti.

Povertà a Milano

Un programma di sostegno sociale che parte dall’alimentazione e dai beni di prima necessità

A Milano, come in molte altre città italiane, una porzione significativa della popolazione ha sofferto a causa dell’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto dei salari, mentre l’aumento degli affitti ha aggravato la situazione di esclusione e povertà. Nel 2023, l’associazione ha fornito oltre 14.500 pacchi alimentari e beni di prima necessità. L’azione di Nessuno Escluso si concentra inizialmente sul supporto alimentare, per poi evolvere in un programma più ampio e strutturato. Gli obiettivi del progetto mirano a fornire assistenza alle persone vulnerabili, garantendo un accesso equo e inclusivo ai servizi socio-sanitari del territorio, e a creare percorsi personalizzati per guidare ogni utente attraverso un programma di sostegno sociale progettato per trovare soluzioni sostenibili alle loro necessità.

Gli utenti hanno chiesto supporto anche per l’area lavorativa (1.172, 22% circa), nella regolarizzazione dei documenti (1.103, circa 20%), per trovare una casa (864, oltre 16%), per l’accesso a prestazioni sociali quali il dopo scuola o la scuola di italiano (754, circa 14%) e prestazioni sanitarie (728, oltre 13%), e per ottenere sussidi e altri servizi di welfare (644, circa 12%). “Grazie alla distribuzione dei pacchi e al presidio mobile di Nessuno Escluso, Emergency va dove sono maggiormente evidenti situazioni di vulnerabilità, le difficoltà delle persone a trovare risposte ai propri bisogni abitativi, di lavoro e di accesso alle diverse prestazioni sociali – spiega il coordinatore del progetto Marco Latrecchina – e si impegna per riconnettere questi cittadini ai servizi del territorio, pubblici e del terzo settore, per dotarli di strumenti e possibilità in grado di traghettarli verso l’autonomia”. “Chi non ha la residenza è invisibile alle istituzioni, e vede aumentare la propria vulnerabilità e ridursi le possibilità di emancipazione” – prosegue Latrecchina – “Senza una residenza nel Comune in cui si vive, inizia presto un circolo vizioso: non si ha accesso alle esenzioni, come quella della mensa scolastica, o ai bandi per ottenere agevolazioni, come l’opportunità di accesso ad una casa popolare. Pagare il massimo per la retta significa non mandare i figli a scuola, o contrarre un debito con il Comune e quindi finire in una lista di debitori che preclude l’accesso ad altri sistemi di assistenza”.

La mancanza della residenza

La mancanza di residenza è spesso il risultato dell’assenza di un titolo abitativo, come un contratto d’affitto, situazione comune a chi vive in affitto non registrato o a chi occupa temporaneamente un alloggio, rendendo difficile intraprendere un percorso di stabilità. Questa condizione crea un circolo vizioso: senza un contratto di affitto non è possibile registrarsi e accedere ai servizi del welfare, ma senza aiuti e sovvenzioni risulta arduo far fronte a un affitto regolare, condizione necessaria per ottenere l’iscrizione anagrafica. Inoltre, come dimostrano le attività del progetto nel 2023, ottenere una residenza fittizia richiede un lungo iter di oltre sei mesi, complicando ulteriormente la situazione di chi è già in difficoltà.

Prevalenza di migranti

La composizione degli utenti di Nessuno Escluso rivela una predominanza di cittadini non UE con permesso di soggiorno che rappresentano il 56% del totale, seguiti da italiani. Si registra anche una ristretta percentuale di cittadini dell’Unione Europea, circa il 6%, di cui meno della metà si trova in situazione irregolare. Inoltre, tra il 2022 e il 2023, la porzione di utenti provenienti da Paesi extra europei senza permesso di soggiorno è aumentata dal 6% al 10%. Questa crescita sembra essere principalmente attribuita all’afflusso di cittadini peruviani in cerca di stabilità a causa della situazione nel loro Paese, e alla difficoltà di ottenere un appuntamento per la richiesta di asilo presso la Questura, dove i tempi di attesa variano tra i 3 e gli 8 mesi. “Sono arrivata in Italia qualche mese fa e vivo con mio marito e i nostri due bambini in un appartamento in affitto, poiché anche se lavoro non riesco a permettermi una casa tutta per noi”, racconta L. beneficiaria del progetto. “Una mia amica mi ha consigliato di contattare Emergency e così mi sono rivolta a Nessuno Escluso per ricevere aiuto con il cibo e un sostegno per la regolarizzazione, con la speranza di accedere presto a tariffe agevolate per la mensa dei miei figli e a ulteriori servizi sociali”.

Nel 2023 sono stati realizzati 5.700 colloqui individuali tra gli operatori del progetto e gli utenti, conducendo alla creazione di oltre 5.200 percorsi personalizzati, con un 26% di essi che ha raggiunto con successo il proprio obiettivo, segnando un incremento del 2% rispetto all’anno precedente. I dati mostrano che l’ambito delle soluzioni abitative presenta le maggiori difficoltà nel raggiungere risultati stabili, mentre l’area lavorativa registra prestazioni più positive. Infatti, il 31% degli utenti coinvolti in percorsi di inserimento lavorativo, ovvero 221 individui, è riuscito a trovare un’occupazione regolarmente contrattualizzata, con un aumento del 13% rispetto al 2022, anche se questo traguardo non sempre si traduce in un reale miglioramento delle condizioni di vita, in particolare per quanto riguarda l’abitazione.

Sono 247 gli utenti che hanno regolarizzato la loro situazione amministrativa, 282 i nuclei familiari che hanno ottenuto misure di inclusione o hanno partecipato a bandi per l’assegnazione di case popolari, 215 le persone che, grazie all’accesso al SSN, hanno potuto ricevere prestazioni sanitarie precedentemente inaccessibili e 155 coloro che hanno finalmente ottenuto il riconoscimento delle misure di sussidio.

“C’è un dato che forse racconta più di altri la situazione milanese: la differenza tra soluzioni trovate in ambito lavorativo (31%) e quelle in ambito abitativo (3%)” – conclude Marco Latrecchina – “In città, non basta un lavoro regolare e retribuito per migliorare la propria condizione abitativa, dalla quale peraltro passano le possibilità di regolarizzare la residenza, che aprirebbe le porte ad una serie di servizi di welfare che avrebbero sì il potere di aiutare le persone nei propri percorsi di autonomia”.

Una fotografia della situazione sociale relativa non solo a Milano

In Italia, la povertà e la marginalizzazione sociale rappresentano sfide complesse e interconnesse, che colpiscono ampie fasce della popolazione e richiedono un intervento concertato e sostenibile. Molti individui e famiglie, già in difficoltà, si trovano emarginati, privati di opportunità fondamentali come l’accesso a servizi di salute, istruzione e lavoro. La nostra missione al Consorzio Italia è di promuovere l’inclusione sociale, attivando progetti mirati e programmi di supporto che non solo rispondono ai bisogni immediati, ma favoriscono anche l’empowerment delle persone, restituendo dignità e speranza a chi vive ai margini della società. Siamo impegnati a costruire un futuro più equo, dove ogni individuo possa riscoprire il proprio valore e contribuire attivamente alla comunità.