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Il “New Deal” per gli anziani: prime sperimentazioni

23 Lug 2024 | News | 0 commenti

Il nuovo framework legislativo per gli anziani non autosufficienti

Il covid “ha portato tra i suoi effetti” anche un nuovo framework legislativo per la disciplina normativa della materia riguardante il trattamento degli anziani non autosufficienti. Nell’ambito del sistema di innovazione e riordino di molti aspetti della società italiana promosso con lo strumento finanziario del PNRR, c’è anche la questione anziani. Dalla lettura della sezione del PNRR che affronta l’argomento anziani e disabilità si comprende che la Legge quadro sulla disabilità si struttura sulla deistituzionalizzazione e sulla promozione dell’autonomia delle persone disabili, dando piena attuazione alla Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità e alla Carta di diritti fondamentali dell’Unione europea (e soprattutto alla recente “Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021 – 2030″, presentata a marzo 2021 dalla Commissione Europea).

Il 23 Marzo 2023 il Parlamento ha prodotto la legge n. 33 contenente “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane“. Dopo una serie di consultazioni con gli organismi istituzionali interessati, le parti sociali e gli operatori del settore, e l’adozione di una serie di decreti legislativi, in data 11 marzo 2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema definitivo del decreto attuativo della legge delega per la riforma dell’assistenza agli anziani, in attuazione della suddetta legge. Arriva così a compimento la parte legislativa della riforma strutturale sulle politiche per gli anziani, realizzando uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Gli elementi principali della riforma

Gli elementi principali della riforma, nella parte della legge delega, sono stati individuati nel:

1. diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio

e nel

2. principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.

La legge delega ha innanzitutto introdotto la necessità di definire, in maniera condivisa, una popolazione anziana non autosufficiente, e la creazione di un Sistema Nazionale per la Popolazione Anziana Non Autosufficiente (SNAA). Questo sistema, tramite i (cosi definiti dalla legge delega stessa) “punti unici di accesso” (PUA), dovrebbe garantire la giusta assistenza socio-sanitaria a chi ne ha realmente bisogno, anche grazie alla definizione di un “piano assistenziale individuale” (PAI), che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.

Innovazioni interessanti

Nell’ambito della promozione di misure ed interventi per la migliore condizione possibile per gli anziani, molto innovativa ed interessante, a parere di chi scrive, risulta essere “la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione tra le generazioni, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi”. Anche la previsione d’interventi a favore dei caregiver familiari. Importante anche il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice. Inoltre la promozione d’interventi per la prevenzione della fragilità delle persone anziane; l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD).

Cambio di paradigma sostanziale

Si sono introdotti il concetto di “livelli essenziali delle prestazioni sociali” (LEPS), con il quale si dovrebbe garantire un livello di servizi minimo (di base), comune a tutti i cittadini dello Stato e quindi a tutte le aree territoriali (argomento “sensibile” soprattutto alla luce delle riforme in atto rispetto all’autonomia differenziata). Si prevede un percorso di introduzione graduale di una prestazione universale (per gli anziani che volessero optare per questa soluzione), che dovrebbe seguire criteri di progressività legata allo stato di bisogno. Con questa riforma si compie un vero e proprio “salto evolutivo” verso l’abbandono del welfare statale, in favore dell’adozione di un welfare che dovrebbe essere più il risultato di una integrazione tra pubblico e privato, sulla base di scelte degli utenti che diventano sempre più consumatori e sempre meno pazienti. Un concetto che dovrebbe avvicinarci un pò di più ad un sistema di tipo “europeo”, in grado di realizzare la cosiddetta Long Term Care (LTC).

Il "New Deal" per gli anziani: prime sperimentazioni

Sperimentazioni Regione Lazio

Al di là delle critiche – più o meno giustificate – ai decreti attuativi che hanno messo in pratica i principi della legge delega (si veda in particolare l’articolo di secondo welfare), una prima sperimentazione del nuovo sistema è partita nella regione Lazio. Alla base del “sistema operativo” di questo progetto pilota c’è la presa in carico clinico – assistenziale associati a nuovi modelli per l’home-care; la presa in carico socio –assistenziale e nuove piattaforme di integrazione e sussidiarietà. Il tutto per ridurre il ricorso ai pronto soccorso ed in generale all’ospedalizzazione continua. Un progetto che serve per identificare strumenti di programmazione orientati all’equità sociale e di genere, attraverso la Valutazione Multidimensionale della Fragilità e Presa in Carico Territoriale dei pazienti over 65.